
La musica ha proprietà terapeutiche
Un tempo, musica e medicina erano considerate discipline inseparabili. Ancora oggi, il potere terapeutico delle onde sonore trova applicazione in diversi ambiti della pratica medica.
Numerose testimonianze storiche descrivono episodi in cui la musica avrebbe contribuito alla guarigione: nella Grecia antica e nei testi biblici si citano melodie capaci di arrestare emorragie, alleviare stati depressivi con il suono dell’arpa, indurre contrazioni uterine attraverso il canto e persino contrastare gli effetti di alcuni veleni tramite vibrazioni sonore particolari.
Nel XX secolo, la musicoterapia si è affermata soprattutto nel trattamento dei disturbi neurologici e psichici.
In medicina contemporanea, le onde sonore vengono utilizzate in modo mirato: studi clinici dimostrano che la musica può contribuire ad abbassare la pressione arteriosa, regolare la frequenza respiratoria, stabilizzare la temperatura corporea, modulare l’umore attraverso l’azione su dopamina e cortisolo e riattivare ricordi apparentemente perduti.
In ambito urologico, le vibrazioni sonore, opportunamente concentrate in onde d’urto ad alta energia, vengono impiegate nella litotrissia extracorporea, procedura non invasiva che consente di frammentare i calcoli renali in particelle di dimensioni ridotte, facilitandone l’eliminazione naturale.
Fonte: médMAG n. 2, aprile 2025